L’aeroporto decolla, ma ci sono ancora spazi di crescita

L'aeroporto "Sandro Pertini" a Caselle Torinese

L’aeroporto di Torino decolla ma ancora non ha sviluppato tutte le sue potenzialità. Il “Sandro Pertini”, che tuttavia i torinesi continuano per lo più a chiamare “Caselle”, ha già da ora, senza bisogno di modifiche strutturali, una capacità di 8 milioni di passeggeri annui. Nel 2024 ha toccato e superato i 4,7 milioni, un aumento del 18.8% rispetto all’anno precedente. Nei primi tre mesi di quest’anno, l’incremento sullo stesso periodo del 2024 supera il 12%, mentre il mese di marzo ha registrato il miglior risultato mensile di sempre, con quasi 450mila passeggeri imbarcati o sbarcati da aerei di linea o voli charter (questi ultimi rappresentano peraltro il 2,5%). I dati sono stati riassunti da Andrea Andorno, amministratore delegato di SAGAT, la società che gestisce l’aeroporto, nel corso di una riunione congiunta delle commissioni Urbanistica, Commercio e Turismo, presieduta da Tony Ledda.

SAGAT, inoltre, ha adottato un piano di investimenti per 40 milioni di euro nel quadriennio 2024-2027, “non per ampliamenti ma per migliorie”, ha spiegato l’AD, specificando inoltre che per l’efficientamento energetico è stato realizzato un impianto fotovoltaico, sui tetti delle strutture aeroportuali, che è il più esteso tra quelli esistenti negli aerodromi italiani. Il ripristino dei regolari collegamenti ferroviari tra il centro città e la stazione aeroportuale ha costituito un altro punto a favore dell’accessibilità allo scalo.

Su quanto possano ampliarsi i margini di crescita e con quali interventi è stato il tema che ha caratterizzato il fitto dibattito, nel quale sono intervenuti sia rappresentanti di Turismo Torino e Provincia, Unione Industriale, API, Confesercenti, Confcommercio, che esponenti della Giunta (Chiavarino, Carretta) e del Consiglio comunale (Viale, Catizone, De Benedictis, Fissolo, Magazzù, Firrao, Greco, Abbruzzese, Tosto, Russi e Scanderebech). Un confronto che ha passato in rassegna luci e ombre del “Sandro Pertini” – nell’ambito del quale registra qualche difficoltà il traffico merci – con un elemento comune legato alla necessità di creare sinergie in tutto il territorio, nell’ambito delle rispettive competenze di istituzioni, aziende e categorie, per elaborare e mettere in atto una strategia che consenta di proseguire nel trend positivo registrato negli ultimi anni dallo scalo torinese, apportando gli opportuni aggiustamenti.

L’aeroporto di Torino potrà svilupparsi nell’ambito di una sintesi tra la crescente vocazione turistica (i turisti stranieri sono arrivati a essere il 45% del totale) e la tradizionale vocazione manifatturiera e tecnologica, in un contesto nel quale gli investimenti stranieri nella nostra regione sono cresciuti del 80% negli ultimi quattro anni. Con gli aeroporti lombardi, a partire dalla Malpensa, occorrono poi sinergie e non semplice competizione, anche in elazione allo sviluppo di eventuali nuove linee aeree.

(Claudio Raffaelli)