Un convegno sull’aviazione militare

Non c’è bisogno di scomodare Domenico Modugno e la sua canzone più famosa per ricordare quanto il desiderio ancestrale di volare sia sempre stato uno degli obiettivi prioritari dell’uomo, da Icaro e Leonardo in poi. Nemmeno il tempo, per Wilbur e Orville Wright, di trasformare il sogno in realtà che l’aviazione viene declinata nel suo utilizzo militare. Dopo qualche tentativo artigianale, è con la Prima guerra mondiale che i cieli d’Europa s’infiammano delle imprese dei primi piloti da combattimento che accendono la fantasia popolare. Chi non ricorda i leggendari scontri cui presero parte Francesco Baracca e il suo SPAD S.VII con il logo del cavallino rampante (che diventerà il simbolo della Ferrari) da una parte e Manfred von Richthofen, il “Barone rosso” sul suo Fokker Dr.I dall’altra. Altri tempi, oggi le esigenze belliche hanno accelerato lo sviluppo di macchine volanti sempre più sofisticate, che richiedono grande professionalità ai piloti. Ma la passione di chi affronta la carriera in aviazione rimane la stessa e, per raccontarla, questa mattina l’Associazione nazionale ufficiali Aeronautica (ANUA) ha organizzato un convegno presso la Sala trasparenza del grattacielo sede della Regione Piemonte, dedicato alle origini, alla storia e al futuro dell’Aeronautica militare italiana.

Dopo i saluti di benvenuto del presidente dell’ANUA, Paolo Magro, all’incontro, cui hanno partecipato il consigliere Pierino Crema in rappresentanza della Città e una folta delegazione di studenti dell’Istituto Lindbergh, sono intervenuti: Claudio Debertolis per spiegare le ragioni storiche della nascita dell’aeronautica militare; Daniela Benvenuti, Giovanni Parisi e Fabio Zanichelli, dello Stato maggiore dell’Aeronautica Militare, per approfondire il tema degli impegni operativi, delle opportunità d’impiego e delle prospettive future della della forza aerea del nostro Paese.

Marcello Longhin